Rubrica scientifica

Oltre all’uso in cucina, l’aglio ha note proprietà antibatteriche: Pasteur fu il primo, nel 1858, a dimostrarle scientificamente, mentre negli anni successivi medici e ricercatori ne scoprirono le benefiche qualità antiossidanti, antimicrobiche e preventive di malattie cardiovascolari.
Tra i rimedi della nonna, uno spicchio d’aglio compare sempre, anche per curare i sintomi dell’influenza e del raffreddore, per regolare la pressione sanguigna, per alleviare i disturbi intestinali o contro i brufoli.
La cosa che sicuramente non tutti sanno è che lo si usa molto anche in acquariofilia per curare alcune malattie dei pesci marini e di acqua dolce. L’aglio tritato fine mischiato assieme al mangime e alle vitamine specifiche cura la famigerata malattia dei puntini bianchi!

Il rigore del disciplinare, il valore della DOP

Il marchio DOP viene attribuito dall’Unione Europea alle produzioni agroalimentari di eccellenza, quelle che esprimono una perfetta combinazione di fattori umani ed ambientali specifici di un determinato territorio.
Nel caso specifico dell’Aglio di Voghiera DOP, la certificazione è stata ottenuta nel 2010 e ha costantemente riproposto nel tempo i requisiti previsti dalle norme di qualità, mantenendo le caratteristiche genotipiche del prodotto. Terroir e tecniche di produzione consentono, anno dopo anno, all’Aglio di Voghiera DOP di preservarsi geneticamente immutato rispetto alla data di ottenimento della DOP, a completa garanzia di quanto indicato nel disciplinare.
Territorio e filiera di produzione, caratteristiche, confezionamento ed etichettatura: un protocollo antico, rigorosamente seguito, che si rinnova ogni anno per offrire un prodotto dall’identità unica.

AGLIO: UNA COLTIVAZIONE ANTICA

UNA PAROLA ANTICA DENSA DI SIGNIFICATI
L’etimologia della parola “aglio” sarebbe da rintracciare nel celtico all, che significherebbe “caldo, aspro, bruciante”. Questo alimento vanta una storia antichissima alla quale sono collegati aneddoti e leggende che attraversano epoche e culture diverse. La tradizione vuole che nell’antichità fosse considerato un potente energizzante e che, proprio per questa sua virtù, fosse dato da mangiare agli operai egiziani impegnati nella costruzione delle piramidi, agli atleti e ai soldati greci e romani. A partire dal Medioevo la credenza popolare ha attribuito all’aglio proprietà protettive contro il malocchio, le epidemie come la peste e le malattie mentali. Le nutrici poi, erano solite appenderne una corona nella camera nelle quale avveniva il parto per proteggere il nascituro.

LE ETÀ DELL’ORO: VOGHENZA E IL DUCATO ESTENSE

La Storia dell’Aglio DOP di Voghiera ha invece origine dalle testimonianze archeologiche recenti e passate dell’antica Voghenza: esse confermano il ruolo predominante che questo centro ebbe per il Delta Padano, almeno sino al VII secolo D.C. Un territorio di importanza strategica quindi, centro amministrativo e commerciale grazie anche ai suoi facili collegamenti con il porto di Ravenna.
Gli Estensi, signori di Ferrara, furono i primi, in pieno Rinascimento, ad incentivare la produzione di aglio nel voghierese. Infatti fu proprio nel 1435, quando il marchese Niccolò III costruì il castello di Belriguardo a Voghiera, che l’orticoltura e l’allevamento dovettero mettersi al passo dei grandi banchetti di corte.
L’esperienza acquisita nel periodo estense in campo agricolo, non andò quindi perduta, e i successivi proprietari continuarono a mettere a frutto il potenziale di queste terre.

Una terra fertile per un prodotto unico

UN PERIMETRO PREZIOSO
L’Aglio di Voghiera DOP viene coltivato nei territori del Comune di Voghiera e parte dei Comuni di Masi Torello, Portomaggiore, Argenta e Ferrara. L’area di produzione sancita dal disciplinare è delimitata dalla via Pomposa – Strada Provinciale 15, dalla Strada Provinciale 65 fino a Consandolo e dalla via Palmirano. All’interno di questo fecondo perimetro vengono prodotti ogni anno circa 100 quintali di aglio secco per ettaro.

IL TERRITORIO

TERRA E CLIMA
Una combinazione unica di fattori pedoclimatici unita alla maestria dell’intervento umano sono le ragioni che rendono inconfondibile e irripetibile questo prodotto: un vero gioiello della terra.
Terreni argillosi, argilloso-limosi, franco limosi, con presenza di sabbie di origine fluviale favoriscono il drenaggio sotterraneo delle acque e da questo deriva la serbevolezza dei bulbi, il loro alto accrescimento e soprattutto quella forma regolare e compatta che li caratterizza. Il clima temperato tipico della Pianura Padana contribuisce poi a rendere inconfondibile il sapore e inimitabile l’aspetto.

LA PRODUZIONE

IL RITMO DELLE STAGIONI
Garantire l’unicità del prodotto e la sua altissima qualità è una prerogativa essenziale dei produttori, che da oltre 5 secoli tramandano di padre in figlio conoscenze ed abilità, attenzione alle tecniche di irrigazione durante la semina e la raccolta, nonché selezione “a mano” dei bulbi migliori da cui ricavare i futuri semi.
Stagione dopo stagione, così si rinnova una tradizione antica:
Autunno. Dal 15 settembre al 30 novembre avviene la scelta dei bulbilli. Solo i migliori per consistenza, colore e dimensione vengono utilizzati per essere ripiantati. La semina avviene grazie a specifici macchinari che inseriscono i semi nel terreno a una profondità di 6 cm e a una distanza che viene rigorosamente controllata per garantire la crescita ottimale delle future piante.
Inverno e primavera. Durante questi mesi il terreno viene costantemente trattato con zappature ed irrigazioni in preparazione alla raccolta.
Estate. Dal 10 giugno al 31 luglio avviene la raccolta con l’ausilio di attrezzi meccanici. Grazie alla rotazione quinquennale a cui vengono sottoposti i terreni, ogni raccolto produce almeno 100 quintali di aglio secco per ettaro coltivato. Una volta raccolti, i bulbi vengono stesi al sole per l’essicazione e confezionati a mano secondo un preciso protocollo che prevede la realizzazione di trecce, trecce extra, treccine, retini, sacchi o bulbi singoli. Bulbi e steli sono tradizionalmente lavorati a mano grazie alla maestria contadina dei produttori
Fine Estate. Immediatamente dopo la raccolta si procede con aratura (a una profondità di 50 cm), fresatura e concimazione del terreno.

LA COMPOSIZIONE

La composizione dell’Aglio di Voghiera DOP include: olio volatile con composti solforati, in special modo allicina, allilina e ajoene, enzimi, vitamine B, sali minerali, flavonoidi, composti solforati, composizione lipidi, azoto proteico. In particolare sono presenti nel bulbo Sali minerali quali fosforo (63 mg/100 g), calcio (14 mg/100 g), ferro (1,5 mg/100 g), zinco (1 mg/100 g), zolfo, selenio (0,014 mg/100 g), e cromo (0,05 mg/100 g). Mentre i composti contenenti organosolfuri sono presenti in 11-35 mg nell’aglio fresco.

L’aglio sui libri

Risale al 1999 una pubblicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dal titolo Monographs on selected medicinal plants, frutto di una ricerca a cui hanno partecipato oltre 100 esperti di 40 Paesi diversi dedicata all’efficacia delle piante medicinali. Tra le 26 piante medicinali descritte nel dettaglio c’è anche il Bulbus Alii Saviti, che noi chiamiamo comunemente Aglio. La versione italiana del volume è stata pubblicata nel 2002 a cura della Società Italiana di Fitoterapia, e rappresenta una straordinaria e autorevole fonte per conoscere gli usi medicinali dell’aglio, la sperimentazione farmacologica su di esso, e il corretto modo di utilizzarlo.
Nel dicembre del 2018 è stata presentata la monografia Aglio di Voghiera DOP. Il tesoro di un territorio, a cura di Giuliana Ghiandelli e edito da OM Edizioni. Il libro vuole essere un omaggio all’Aglio di Voghiera DOP, oggi molto conosciuto e richiesto anche in Oriente. Da questo testo si possono apprendere molte curiosità sull’aglio, tra mitologia, farmacologia e poesie di Giovanni Pascoli.

MIGLIORAMENTO FITOSANITARIO

Conoscenze tradizionali, ma anche attenzione agli sviluppi scientifici. Nel 2018 è stato pianificato un progetto di ricerca triennale, realizzato dal dipartimento di farmacologia dell’Università di Ferrara sull’Aglio di Voghiera DOP, con l’obiettivo di avviare un piano di miglioramento fitosanitario del seme da riproduzione dell’Aglio di Voghiera per ottenere un materiale di base uniforme e sano, che conservi le originarie caratteristiche organolettiche, da mettere a disposizione dei coltivatori, informandoli sulle metodologie corrette per la coltivazione e la riproduzione successiva dello stesso materiale da seme. Le indagini hanno dimostrato l’unicità del prodotto: una vera identità genetica data dalla composizione chimica perfettamente bilanciata fra enzimi, vitamine, sali minerali e flavonoidi.

UNA CONTINUA FONTE DI BENEFICI

Da sempre l’aglio è importante alleato per la protezione del nostro organismo. Fra le sue proprietà più importanti annovera la ricchezza di Vitamine A, B1 e C, sali minerali, oligoelementi e aminoacidi.
Sono questi composti, e in modo particolare l’allicina, a conferire all’alimento le sue molte proprietà salutari antibatteriche, prebiotiche, antiossidanti e protettive del sistema cardiovascolare; caratteristiche conosciute sin dall’antichità. L’aglio concorre, infatti, ad abbassare la pressione e a tenere sotto controllo il colesterolo cattivo, può essere utile per calmare la tosse e favorisce il riequilibrio della flora intestinale.
Per sfruttarne al meglio le proprietà antibatteriche legate all’allicina andrebbe consumato crudo. Oltre che come ingrediente in cucina, può essere usato per infusioni, tisane, lozioni e rimedi di bellezza.